Un verso di una poesia è la sua unità principale, e corrisponde grosso modo ad una riga: la lunghezza del verso determina il ritmo, lento per versi lunghi, veloce per versi corti. I versi si classificano per il numero delle sillabe di cui sono composti.
- il monosillabo
- il binario
- il ternario
- il quaternario
- il quinario
- il senario
- il settenario
- l’ottonario
- il novenario
- il decasillabo
- l’endecasillabo
Per imparare a contare i versi ci eserciteremo nella composizione di stornelli e haiku.
Stornelli (tratto da Wikipedia)
Lo stornello è un tipo di poesia generalmente improvvisata
molto semplice, d'argomento amoroso o satirico, affine alla filastrocca. Lo
stornello è tipico dell'Italia centrale, in particolare Toscana, Lazio e
Marche, successivamente si è diffuso anche nell'Italia meridionale.
Secondo alcuni storici della letteratura e della musica, il
termine stornello deriverebbe dall'uso di cantare a storno e a rimbalzo di voce
da un luogo ad un altro.
Questo tipo di componimento è costituito da un numero
imprecisato di strofe dalla struttura molto semplice. Ogni strofa è solitamente
composta da tre versi:
- il primo verso è un quinario, e generalmente contiene l'invocazione ad un fiore;
- gli altri due sono endecasillabi, di cui il primo è in consonanza ed il secondo in rima col verso d'apertura.
In genere questo tipo di componimento viene accompagnato da
musica o cantato.
Un esempio tipico di stornello "con fiore":
« Fior di giaggiolo,
Gli angeli belli stanno a mille in cielo,
Ma bello come lui ce n'è uno solo. »
(Tozzetti e Menasci - Cavalleria rusticana)
Fior di limone
A fine maggio ne ho le tasche piene
E a scuola non vado con convinzione
Fiore di fico
Domani vado al ristorante greco
Come sempre mi accompagna un amico
Haiku
L’haiku è una antica forma di poesia giapponese.
Tre versi lievi e profondi che catturano attimi, stagioni,
il vibrare di una consapevolezza.
Tra i molti sentimenti presenti in un componimento i principali possono essere:
Sabi, il silenzio: il sentimento della solitudine, del distacco, della calma.
Wabi, l’imprevisto: lo stato d’animo prodotto da qualcosa di inaspettato che attira l’attenzione e risveglia dalla malinconia.
Yugen, il misterioso: lo stato d’animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo ‘altro’, colmo di misteriosa unità.
E’ lecito chiedersi se abbia senso in occidente provare a
comporre haiku limitandosi a replicare una forma, noi così lontani da quel
mondo e da quel tipo di sensibilità.
Lo ha, secondo noi, se dell’haiku si prova a cogliere lo
spirito leggero. Se si utilizza il pretesto formale del canone 5-7-5 sillabe
per esercitarsi nella sintesi e nella capacità di vedere il minuscolo. Da parte
nostra ci vuole molta ironia, molta voglia di giocare con le parole. Lasciamo
ai poeti seri ogni tipo di riflessione, noi siamo quelli impegnati a contare
sulle dita.
COME SI COMPONE UN HAIKU
primo verso: 5 sillabe
secondo verso: 7 sillabe
terzo verso: 5 sillabe
Si inizia dall’osservazione, dai momenti di tutti i giorni,
dal cogliere l’attimo. Scegliamo una parola che ci colpisce, ne contiamo le
sillabe, ci giriamo un po’ intorno… e l’haiku è già composto!
Il testo è preso dal bel sito: https://haikusedutisottolaluna.wordpress.com/
Provare a scrivere un haiku su una di queste situazioni:
- primo giorno di scuola
- l’inizio delle vacanze
- il primo bagno al mare
- un abbraccio quando sono
triste
- l’alba
- il tramonto
- la colazione
- l’amicizia
- l’amore per un animale
domestico
- scegli tu....
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